A SPASSO PER TORINO E DINTORNI...

I giovani redattori del Morea sono tornati! Vi riproponiamo alcuni degli articoli scritti e pubblicati l'anno scorso, sull'onda dei ricordi.                                                                       Cominciamo con la gita scolastica delle seconde a Torino, ma...stay tuned! Prestissimo arriveranno i nuovi contributi.                                                                                                 Ricordatevi di manifestare il vostro gradimento con tanti like e condivisioni!
Ludovica Strippoli, Francesca Tauro IIB

Aprile, scuola quasi al capolinea, mese di gite scolastiche, e le classi seconde del Morea si sono recate a Torino, la prima capitale dell’Italia unita.
Ecco il ricordo che ne hanno riportato, in quattro articoli, alcune studentesse di II B…

I GIORNO
Ovunque si potevano osservare visi carichi di entusiasmo, misto ad un pizzico di stanchezza. La mattina del 18 aprile, le classi seconde si sono riunite per partire verso Torino. Il raduno era previsto per le 4.30 nel parcheggio di fronte alla nostra scuola. Dopo aver sistemato i bagagli nella stiva dell’autobus e dopo esserci seduti, siamo partiti.
Immaginavamo, ma non eravamo del tutto consapevoli, di cosa volesse dire percorrere l’Italia in pullman. Tredici ore trascorse in ogni modo possibile: c’era chi leggeva, chi ascoltava musica, chi parlava, chi guardava il film, che gentilmente era stato trasmesso dal nostro caro autista, chi giocava a carte, chi provvisoriamente aveva aperto un salone per parrucchieri e si divertiva a intrecciare i capelli altrui e chi, rapito dal sonno, dormiva beatamente. Ogni quattro ore, il pullman sostava ad una stazione di servizio per permetterci di rifocillarci e di sgranchire un po’ le gambe.
Verso le 18.30 siamo finalmente arrivati all’hotel. Tutti non vedevano l’ora di sistemarci e riposare un po’. Dopo che i professori ci hanno assegnato le camere e consegnato le chiavi, ognuno ha trascorso il tempo disponibile prima di cenare come meglio credeva: alcuni avvisavano i propri genitori di essere sopravvissuti al viaggio, altri si rinfrescavano con una doccia, altri ancora si preparavano per andare al ristorante.
Alle 20.00 eravamo, ancora una volta sull’autobus che era diretto verso la nostra unica speranza: il cibo. Passando per le trafficate ed illuminate strade di Torino, abbiamo cominciato ad assaporare quella che, un tempo, fu capitale d’Italia: ricca di verde, con uno skyline circondato da imponenti vette alpine, si presenta come una città dal fascino unico, dove sono passati imperatori, sono nati regni, in cui il potere ha lasciato segni indelebili.

ll suo sapore è a metà strada tra la sobrietà e il lusso, tipico delle città ottocentesche. Possiamo definirla, quindi, una metropoli che guarda al proprio passato puntando al futuro, con l’ambizione di qualsiasi capoluogo moderno.

Dopo aver cenato, siamo tornati in hotel sfiniti ma, allo stesso tempo, impazienti ed emozionati per ciò che ci avrebbe aspettato il giorno seguente.


CLAUDIA ZELLA e SILVIA CAPUTO, II B
Foto di SILVIA CAPUTO, II B


II GIORNO
Il secondo giorno, dopo aver dormito per pochissime ore, siamo scesi alle 7:30 per fare colazione. Siamo stati molto soddisfatti dai tavoli pieni di ciambelle, cornetti ripieni, nutella, tanti tipi di bevande e molto altro.
Dopo aver preso il pullman, siamo giunti nel centro di Torino, dove abbiamo visitato Il Santuario della Consolata, la Chiesa di San Lorenzo, Palazzo Madama dall’esterno, Porta Palatina e Palazzo Reale: un edificio pieno di affreschi, ori, lampadari e altri oggetti preziosi, manifesto imponente, ancora oggi, della maestà dei Savoia.


In seguito, abbiamo ammirato la Cattedrale di San Giovanni, dove abbiamo potuto osservare la teca dove è custodita la Sacra Sindone… E lì davanti, amici, che ci crediate o no, una preghiera è d’obbligo.

Ed, infine,la Torino romana e Piazza Castello: cuore del centro storico della città. Durante le visite noi studenti ci siamo comportati come delle vere e proprie guide, scambiandoci utili informazioni sui vari posti.


Sia a pranzo che a cena siamo andati in un ristorante nel centro storico.
La sera, stanchi per la giornata così faticosa, abbiamo fatto rientro in hotel, dove siamo stati tutti insieme, con la costante paura che i docenti ci scoprissero a far baldoria…come in ogni gita scolastica che si rispetti!!!

SIMONA CAPOTORTO, II B
Foto di SILVIA CAPUTO, II B


III GIORNO
Non è facile descrivere simili momenti, a meno che al posto di un cuore non si abbia una macchina. Spesso il nostro essere è preso inspiegabilmente da una statua, un quadro, un documento, qualcosa che ci attira a sé, facendoci perdere la cognizione del tempo e dello spazio, riportandoci indietro nel tempo, agli anni del Risorgimento italiano,o durante la quarta dinastia in Egitto, o su di una carrozza d’epoca, ovunque. Giuro che non sto facendo della retorica; lo credo davvero. Lo credo davvero, perché l’ho vissuto.
Nonostante l’insufficiente disponibilità di tempo e tante altre cose che davvero non meritano di essere qui scritte e lette, la visita della città di Torino è stata, sotto molti punti di vista, proficua ed incantevole, soprattutto durante il terzo giorno, il giorno dei musei. Abbiamo avuto la possibilità di viaggiare nel tempo, senza una macchina speciale: solo fonti di vario genere e tanta voglia di sapere.

La prima fermata è stata palazzo Carignano, importante dal punto di vista storico e culturale, in quanto contenente il Museo del Risorgimento italiano: periodo alquanto curioso, dal mio punto di vista, quello che portò all’unificazione del nostro stato. Statue, dipinti, basso rilievi, documenti testimoniano tutto quello che è stato, gli ideali, la voce dei leader, della gente comune, i simboli, la voglia di cambiamento.

È doveroso, citando questo periodo storico, immaginare di riascoltare alcune voci: quella di Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, di Camillo Benso conte di Cavour o del re Vittorio Emanuele II, uomini di grande importanza, che hanno portato lo Stato ad unificarsi.

Ma, a questo punto, vorrei dire cosa mi ha maggiormente indotta a viaggiare con la fantasia. Ebbene, è stata una conversazione: una mia amica si meravigliava dello stato degli arredi, tenuti praticamente benissimo, nella ricostruzione delle stanze, e la prof le faceva notare che sono passati solo duecento anni. È stato l’uso di quell'aggettivo “solo” che mi ha presa: duecento anni, poco, matematicamente, ma storicamente rappresentano un abisso.
E allora ho pensato a quello che eravamo, quello che siamo ora, e mi sono anche chiesta cosa saremo, in futuro…

 La seconda fermata ci ha portati in un museo spettacolare, il secondo per importanza dopo quello del Cairo: il Museo Egizio. Una competente guida ci ha condotti tra le varie epoche, dinastie e villaggi.

Superfluo è parlare della spettacolarità delle enormi statue e delle sfingi, della struggente bellezza dei piccoli oggetti, quelli di uso quotidiano.



Nonostante fosse la terza volta che lo visitavo, è stata la parte della gita che ho preferito. Studiare sui libri non è sempre operazione insostituibile, e questo ne è stata la prova: non ero mai stata particolarmente attratta da questa civiltà, pur riconoscendo la sua grandezza dal punto di vista ideologico e architettonico, ma guardando quei poggiatesta, usati perché il capo arrivasse diritto davanti a chi più di tutti lo meritava, gli dei, mi ha lasciato un segno. Perché allora non si credeva fosse importante da dove venissi, di chi fossi figlio, quanto fossi bravo a parlare, quanto a stare in silenzio, nulla. Contava solo la tua anima, quello che davvero si era. Per una volta, contava la verità.

Ed infine è stata la volta del Museo dell’Automobile: più apprezzato sicuramente dai ragazzi, un museo rappresentante il cambiamento, anche dal punto di vista dei mezzi di trasporto, attraverso la storia.

Dalle carrozze alle macchine da corsa, dalle auto d’epoca a quelle da esposizione… Personalmente, non mi è dispiaciuto osservare queste opere, in che modo vengano assemblate e quant'altro. La presenza, inoltre, di molti punti in cui poter scattare foto originali e divertenti ha dato sfogo al nostro lato top model nascosto.

MARIA CRISTINA BIVACCO, II B
Foto di SILVIA CAPUTO, II B


IV GIORNO
L’ultimo giorno del viaggio a Torino è iniziato, purtroppo, alle ore 6:00 del mattino. Con molta fatica, siamo scesi per la colazione alle 6:45 e, dopo aver mangiato cornetti, ciambelle e tante altre squisitezze, con il pullman abbiamo raggiunto la Reggia di Venaria Reale.
Essa venne commissionata da Carlo Emanuele II di Savoia per le battute di caccia. Appena arrivati, abbiamo visitato la Galleria Sabauda, ovvero una pinacoteca composta da numerose stanze, e infine i fantastici Giardini, di circa 50 ettari.
Fortunatamente i docenti , dopo aver concluso la visita, ci hanno concesso del tempo durante il quale abbiamo potuto gustare pizze, crepes, gelati e tanto altro. Successivamente, abbiamo preso posto in pullman, che ci ha condotti al tanto desiderato (dai ragazzi) Juventus Stadium.

Purtroppo non lo abbiamo visitato dall’interno per via del tempo.
Durante il viaggio di ritorno, durato ben dodici ore ,oltre ad aver dormito, ci siamo fermati due volte per poter mangiare e alle 2:30 di notte abbiamo fatto ritorno a Conversano, stanchi, ma soddisfatti del magnifico viaggio appena concluso.
Per sempre, tra i ricordi del cuore.

FEDERICA SPORTELLI, II B
Foto di SILVIA CAPUTO, II B

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