TRA PAPIRI E PERGAMENE: UN VIAGGIO NEL TEMPO.


Le classi III A e B del Liceo classico "D. Morea" si sono recate il giorno 16 di Novembre presso la Biblioteca del Seminario vescovile di Conversano per una lezione speciale, che si proponeva, tra l'altro, di farci comprendere la tradizione dei testi classici e, più in generale, l'importanza di antichi tomi e documenti per la ricostruzione della storia.
La splendida biblioteca conserva documenti di natura ecclesiastica e non, fondi librari e pergamenacei. È suddivisa su due livelli: uno superiore, cui si accede tramite una scala lignea, con materiale bibliografico, ed uno inferiore, che conserva documenti. Di essi il nucleo più antico comprende pergamene provenienti dal monastero di San Benedetto di Conversano.



Archivio Diocesano di Conversano

La prima testimonianza che ci ha mostrato la dott.ssa Maria Rosaria Lippolis è stata una pergamena attestante una compravendita risalente al 901.




La pergamena più antica, datata 901

La pergamena fu inventata a Pergamo ed era fatta di pelle di vitello o agnello, consentiva la scrittura da entrambi i lati e, talvolta, veniva abrasa e riutilizzata, dato il suo elevato valore. Il papiro, invece, ricavato dall'intreccio dell'omonima pianta, oltre ad essere meno resistente, poteva essere adoperato una sola volta.
La seconda pergamena, del 1099, presenta due elementi che ne dimostrano l'autenticità: le sottoscrizioni e il sigillo.







Pergamena datata 1098, con sigillo plumbeo pendente intatto.

Le sottoscrizioni possono essere di due tipi: autografe, utilizzate da coloro che sapevano scrivere, o caratterizzate dal signum crucis degli analfabeti o semi alfabetizzati. Anche i sigilli possono essere molteplici: pendenti o aderenti, colorati e non, di cera o di metallo, raramente in lamina d'oro.
Con una pergamena pubblica papa Pasquale II attesta i privilegi delle monache e delle badesse del monastero di San Benedetto. Il carattere utilizzato è quello della nota "minuscola carolina", istituita durante l'Impero Carolingio e caratterizzata da una forma piccola e tondeggiante, nonché dalla mancanza di contrazioni. I documenti pontifici seguono tutti un medesimo schema:
1) protocollo con formula humilitatis (ad es. servus servorum Dei);
2) parte centrale col testo diviso in narratio e dispositio;
3) escatocollo col saluto conclusivo del mittente e la datazione;
4) infine, la Rota e il Bene valete.





I segni della rota (a sinistra) e dal bene valete (a destra)

Alcune pergamene mostrarci erano impreziosite da ricche miniature, decorazioni colorate; infatti il termine deriva dal latino minium, un pigmento naturale.



Pergamena miniata.

Successivamente la dott.ssa Lippolis ci ha mostrato una serie di documenti privati, prevalentemente notarili, i quali rappresentano un importantissimo giacimento di informazioni. Essi presentano margini molto ampi per consentire integrazioni e glosse. I documenti notarili diventano atti ufficiali a partire dall'XI sec e la loro autenticità è attestata dalla presenza del signum tabellionis, una sorta di simbolo dello studio notarile che aveva prodotto quel dato documento.



Documento notarile datato 1554, il cui emittente è Angelo Manna. Nel documento è visibile il suo stemma personale.

Siamo, quindi, passati ad esaminare i libri più interessanti tra i numerosi della biblioteca:
1) incunaboli, ossia i primi libri a stampa, appartenenti al XV sec., quando ancora si tendeva a riprodurre il glorioso modello della scrittura amanuense: per esempio, venivano lasciati in bianco gli spazi in cui, in seguito, il miniatore avrebbe inserito la prima lettera, elaborandola con grande cura;




Incunabolo, 1476.

2) le cosiddette "cinquecentine": ad esempio, una Bibbia stampata a Venezia nel XVI sec. Le prime edizioni presentavano un formato molto grande, poco maneggevole ed assai costoso, accessibile solo ai ricchi ed ai nobili;




Bibbia “cinquecentina”, datata 1588.

3) Aldo Manuzio, però, introdusse il formato "in ottavo" e, in virtù di questa sua grande intuizione, presto i libri ed il sapere cominciarono a diffondersi anche nella classe media.
Entrando in contatto con questi documenti, manoscritti e antichi libri, abbiamo compreso come "la vera, la grande bellezza può anche esser racchiusa in un frammento, poiché esso presenta il sapore del tempo e l'odore dei secoli" (cit. prof. N. Troiani).






Platea della masseria denominata “Gravella” nel tenimento di Conversano, datata 1846.




Breviario datato 1719.




Antifonario del XV secolo

LA CLASSE III B



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