UNA MOREANA A DUBLINO!
Lo ammetto: è complicato racchiudere
la più importante esperienza della mia vita in poche parole. E non potrò, in
questo mio conciso “diario di viaggio”, raccontare tutto quello che ho visto ed
ho vissuto; mi scuso se qualcuno avrà l’impressione che io stia “lottando”
contro la voglia di raccontare tutto: le cose stanno così! Anche se esprimere a
parole l’esperienza vissuta a Dublino mi sembrava, e ancora sembra, un’impresa
impossibile, farò del mio meglio per farvi comprendere quale esperienza
meravigliosa io abbia potuto vivere. E tutto questo poiché sono risultata tra i
vincitori di un concorso di lingua inglese, il premio L’Abbate, a cui la mia
docente di inglese, la prof.ssa Anna Stella Minervini (che ringrazio con tutto
il cuore!) mi ha permesso di partecipare: in premio una vacanza-studio a
Dublino! Che cosa avrebbe potuto desiderare di meglio una studentessa del
Morea, che ha scelto l’opzione Cambridge proprio per la sua passione per
l’inglese?
14/08/2016
Il mio viaggio verso Dublino
comincia alle nove di mattina, in un aeroporto gremito di gente. Al gate quasi mi manca l’aria; salgo
sull’aereo e realizzo, solo allora, che tutto questo non è un sogno, ma è la
pura realtà: lo dimostrano i bambini che, quasi a ritmo, scalciano contro il
mio sedile e la tosse, cadenzata, del signore anziano in terza fila.
E poi… l’arrivo a Dublino: l’aeroporto è cinque volte Ciampino, di un
minimalismo che confonde. Mi avvio, quindi, verso quella che chiamerò casa per
la successiva settimana: senza proferir parola, con il suono della radio,
completamente in inglese, in sottofondo. Faccio finalmente conoscenza con la
mia host-family: la dolcissima Louise, suo marito Tom, la piccola Emma, loro
nipote, e la mia compagna di stanza, Brenda, una diciassettenne spagnola la cui
conoscenza dell’inglese è limitata a circa cinque parole!
15/08/2016
Primo giorno all’ATC, la scuola di
lingua: sveglia alle cinque (che fatica)! Io e Brenda ci avviamo verso la
stazione dei Luas, e raggiungiamo il centro di Dublino, pieno di vita e di
gente. Eccomi a scuola: mi dirigo verso l’aula assegnata. I miei compagni di
classe: una au pair tedesca, un’insegnante spagnola che ora vive a Roma, e una
studentessa slovena. Nel pomeriggio, tour di Dublino: dal castello di Dublino, al
Trinity College, alla statua di Joyce… un mondo quasi irreale, tanto che, a
volte, sembrava di vivere in una fiaba.
16/08/2016
Comincio a crearmi una routine, per
quanto assurdo possa ancora sembrarmi, una routine “dublinese”: colazione da
Starbucks la mattina, lezioni, pranzo con un gruppo di studenti di ogni
nazionalità, il pomeriggio in giro per Dublino. Il martedì è solitamente
dedicato alla visita dei National Botanic Gardens: e così è, anche questa
settimana. Entrare nella struttura immensa è perdersi nella natura, in un
paesaggio che man mano acquista i tratti di un sogno, e procede, tra fiori
profumati, lungo le rive del fiume.
17/08/2016
Scuola, pranzo con gli amici: si
studia, si parla inglese, ma al contempo ci si diverte, si stringono amicizie!
Nel pomeriggio, una mostra sul Book of Kells e tour nella celebre biblioteca
del Trinity College. Tra i luoghi – tutti meravigliosi - visitati, questa
biblioteca è quel che maggiormente mi ha colpita: qui si respira l’aria di un
passato ancora vivo, attraverso gli antichi volumi, le cui pagine miniate,
quasi per magia, riescono a cambiare la percezione del passato e del presente.
18/08/2016
Giovedì: St. Patrick Cathedral,
maestosa ed imponente. Ci si muove all’interno, in religioso silenzio, quasi
ipnotizzati, rapiti dalle opere d’arte, dalle lapidi, dai memorials, dalle
targhe che ricordano tutte le tragedie dell’ultimo secolo della storia
irlandese e britannica: un’occasione per riflettere sul passato, su un tempo
così lontano e così diverso. La lapide di Jonathan Swift mi ha lasciato senza
parole.
19/08/2016
Venerdì riservato allo shopping: e
neanche la pioggia dublinese può farci cambiare idea. Una particolarità di chi
abita nei paesi del Nord è l’abilità di passeggiare sotto la pioggia come se
questa non ci fosse. Con una nonchalance quasi comica, nel tentativo di non
sembrare infastiditi da un clima a cui non si è abituati, ci si adegua alla
façade ma si perde abbastanza presto la pazienza: soprattutto se si trasportano
dieci libri e il caffè che ancora non si è riusciti a bere!
20/08/2016
Ultimo giorno prima di partire:
escursione a Belfast, nell’Irlanda del Nord. La storia della città,
raccontataci dai murales tipici dei quartieri nel background, ha il sapore di
una tragedia shakespeariana. Dopo una breve visita al centro cittadino,
accompagnati dalla pioggia di ordinanza, ci siamo diretti verso il museo del
Titanic, e, quindi al Carrick-a-Rede Rope Bridge, un ponte di corda collegato
ad un’isola dalla quale si può vedere la costa della Scozia (che paesaggio mozzafiato!). Tappa
successiva: Giant’s Causeway. La leggenda racconta di due giganti, uno
scozzese, Angus, ed uno irlandese, Finn. Venendo a conoscenza della forza del
nemico, Finn abbandona la sua impresa, ma Angus, informato del tentativo, costruisce
lui stesso un passaggio di pietre dalla Scozia. Arrivato in casa di Finn,
chiede di vederlo e la moglie Oonagh gli dice che non è in casa, e mostra allo
scozzese il suo “bambino”: è Finn sotto la coperta! Angus, spaventato dalla
possibile stazza del padre di tale figlio, scappa e distrugge il selciato per
paura di essere inseguito. Il luogo, indipendentemente dalla leggenda, è
stupendo ed offre un eccezionale panorama. Ultima tappa: il Castello di
Dunluce, un castello medievale intriso di storia e leggenda, tra cui quella che
lo crede infestato dai fantasmi della servitù che, durante il dominio dei
MacDonnell, morirono a causa del crollo delle cucine.
Ed, infine, ritorno a Dublino: dopo
un ultimo giro in centro e gli addii agli amici, sono rincasata un’ultima
volta.
Si è trattato di un’esperienza
indimenticabile: ho migliorato il mio inglese, visitato l’Irlanda, ammirato
luoghi meravigliosi, conosciuto nuovi amici. Ringrazio, per questa meravigliosa
opportunità che mi è stata concessa, gli organizzatori e la giuria del premio
L’Abbate, ma anche la mia scuola, il Liceo Classico “D. Morea” di Conversano:
il D.S., prof. Andrea D’Elia, la prof.ssa Anna Stella Minervini, mia docente di
inglese, e tutti i docenti del corso Cambridge, che mi hanno permesso di
migliorare la conoscenza della lingua.
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