DIARIO DI BORDO: LE IV B E C DEL MOREA A FIRENZE.
GIORNO 1
Dopo
un estenuante (seppur pieno di aspettative) viaggio in pullman, accompagnati dai proff. Minervini e Troiani, arriviamo finalmente nella Città del Fiore, che ci colpisce da
subito con le sue splendide decorazioni natalizie e il fascino di
ogni sua piazza, angolo, strada. La nostra prima tappa sono le
Cappelle Medicee, luogo di sepoltura di alcuni membri della famiglia
dei Medici: la Cappella dei Principi, del Brunelleschi, ci stupisce
con il suo fasto e la ricchezza di decorazioni in marmo e pietre
preziose, mentre nella Sagrestia Nuova rimaniamo incantati dalle
meravigliose opere di Michelangelo.
Arriva
poi il momento di visitare gli Uffizi, un museo che, si potrebbe
dire, conoscevamo già molto bene ancor prima di averlo visto. La
visita di certo non ci delude: nonostante la stanchezza, siamo pronti
a tutto pur di osservare le Maestà di Giotto, Cimabue e Duccio di
Boninsegna, l'Annunciazione di Simone Martini, il Tondo Doni di
Michelangelo, la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli e
molte altre opere straordinarie.
La
giornata non finisce qui, poiché dopo pranzo ci aspetta la Galleria
dell'Accademia, sede, fra le altre cose, di molte opere di
Michelangelo, tra cui il celeberrimo David. È proprio quest'ultimo
ad attirare inevitabilmente la nostra attenzione e a farci quasi
dimenticare di tutto il resto.
A
fine giornata, abbiamo ancora qualche ora libera da dedicare alla
scoperta della meravigliosa città in cui siamo, e ci concediamo una
lunga passeggiata nelle vie del centro, rimanendo ancora una volta
rapiti dal fascino di Piazza della Signoria e di Santa Maria del
Fiore.
Alessandra
Ruggiero, IV B
GIORNO 2
Il
risveglio del nostro secondo giorno nella Città del Fiore è stato
avvolto dalla nebbia e accompagnato da una lieve pioggia che ci ha
seguiti lungo tutto il tragitto verso Palazzo Pitti, aggiungendo
un’atmosfera dolce e malinconica alla nostra passeggiata. Camminare
lungo Ponte Vecchio fra botteghe d’oreficeria e gioiellerie, con
l’Arno e il Ponte di Santa Trinita alla nostra destra, ha tutto un
altro sapore quando con te ci sono i compagni di quattro anni, il tuo
fidato professore di storia dell’arte e la consapevolezza
dell’unicità e brevità di quel momento. Sulla strada ci siamo
fermati a visitare la chiesa di Santa Felicita, che ai più potrebbe
passare inosservata, ma che è solo uno dei tanti regali che Firenze
sa offrirti.
Una
volta giunti a Palazzo Pitti, invece, abbiamo avuto l’opportunità
di passeggiare per i corridoi e le stanze della dimora di Cosimo I De
Medici e di ammirare tutte le meravigliose opere d’arte lì
contenute, fra le quali, in particolare, ci hanno colpiti quelle del
Caravaggio. Il suo “Eros Dormiente” ci ha rapiti e dato prova di
quel che Roberto Longhi scrisse: egli fu davvero un regista in grado
di giocare con le luci e le ombre, rappresentando la realtà senza
filtri, ma comunque in maniera spettacolare.
Usciti
da Palazzo Pitti, il sole è tornato a splendere e noi ci siamo
diretti verso la suggestiva Chiesa di Santa Croce o “Chiesa delle
tombe”. Il silenzio regnava sovrano al suo interno e noi non
abbiamo potuto che ammirare ossequiosamente le sepolture, fra i
tanti, di Michelangelo, Vittoria Colonna e Giorgio Vasari,
lasciandoci poi stupire dagli artifici del gotico e dagli affreschi
di Giotto nelle Cappelle Bardi e Peruzzi. Nel cortile interno della
chiesa abbiamo, invece, visitato la Cappella De’ Pazzi che, come ci
ha suggerito il professore, è più bella se osservata frontalmente,
da una certa distanza. Dopo questa visita, abbiamo trascorso il tempo
prima di pranzo liberamente.
Nel
pomeriggio, ci siamo recati, invece, al Museo dell’Opera del Duomo
dove sono conservate opere di vari artisti fra cui Donatello e
Michelangelo, del quale abbiamo potuto osservare una sorta di
autoritratto nella sua Pietà. Infatti, nel gruppo statuario, sotto
le spoglie di Nicodemo si nasconde la figura dell’artista e la sua
relazione con il nicodemismo italiano del Cinquecento.
Usciti
dal museo un’ultima passeggiata per la città e poi, stanchi e
felici, siamo tornati in albergo.
Francesca
Merizi, IV C
GIORNO 3
Nonostante
le ore piccole e la stanchezza per le lunghe camminate del giorno
precedente, ci alziamo tutti di buon'ora, felici e affascinati dal
cielo cristallino che Firenze ci regala. Nella prima parte della
mattinata veniamo guidati fra i meravigliosi e idilliaci giardini di
Boboli dal professor Troiani con i suoi suggestivi aneddoti.
Alternando la passeggiata tra fitti sentieri e larghe scalinate, ci è
possibile ammirare la vasta collezione di piante esotiche che la
profonda attrazione per le scienze da parte del committente Francesco
I Medici permise di importare. Dopo questo tuffo in quello che può
definirsi un piccolo scorcio di paradiso, veniamo lasciati liberi di
visitare autonomamente il Battistero, la Cupola e il Campanile.
Dalla
voglia di ammirare Firenze dall'alto siamo subito spinti a salire
sulla fantastica opera di Brunelleschi, ma la realtà ci piomba
inevitabilmente addosso: esattamente 463 gradini si frappongono tra
noi e la cima della cupola. Dopo le prime rampe di scale, i corridoi
diventano via via più stretti, il fiato si fa più corto e l'ambita
metà più vicina. Percorriamo dapprima il corridoio interno per
osservare da vicino i delicati affreschi che rivestono la volta della
cupola e, finalmente, dopo un'altra dozzina di minuti iniziamo a
intravedere dei piccoli fasci di luce provenienti dall'alto della
scalinata: la "vetta" è vicina, così non appena alziamo
lo sguardo dopo aver appoggiato il piede sul
quattrocentosessantatreesimo gradino ogni nostra fatica viene
ripagata dalla fantastica e quasi spaventosa vista della grande
Firenze. Cercare di descriverla appare inutile, le emozioni ci
assalgono e nelle nostre menti iniziano a prender forma pensieri
profondi che mai avremmo creduto di poter nutrire. Dopo aver passato
un po' di tempo a fare foto e fissare questo fantastico ricordo,
siamo costretti a scendere per proseguire la nostra visita: il
battistero ci aspetta!
Entriamo
ancora un po' affaticati, ma comunque felici e veniamo lasciati a
bocca aperta dalla cupola dorata che, con le sue immagini a spirale,
ci fa perdere e incantare. Terminiamo il percorso con l'ultima grande
fatica: il campanile. Gli sforzi per salire sono quasi pari a quelli
della cupola, ma questa volta Firenze ci fa il piccolo grande regalo
di poter vedere da vicino ogni dettaglio della cupola che raggiunge
all'incirca la stessa altezza. Scendiamo di corsa perché ormai il
pranzo ci aspetta e ci godiamo qualche ora di riposo, in modo da
poter recuperare un po' di energie. Il pomeriggio riserva per noi
ancora molte emozioni: andiamo dapprima alla Chiesa di Santa Maria
Novella, poi a Santissima Annunziata, dove il professore ci spiega
quanto importante sia stato quel luogo per la rinascita di Firenze
nel '400 e dove un anziano terziario ci permette di vivere la sublime
esperienza dell'esposizione del quadro miracoloso della Madonna che
dona il nome alla chiesa.
Dopo
un grande abbraccio comunitario, ci salutiamo e ci rechiamo in
ristorante, dove ci attende una gustosissima pizza. Per smaltire
l'abbondante pasto i professori ci accompagnano a visitare la casa di
Dante e, subito dopo, viviamo insieme il sogno di contemplare dal
ponte di Santa Trinità la vista dell'Arno nelle cui acque si
riflettono le luci della città, e, allo stremo delle forze, facciamo
infine rientro in albergo.
Sara
Santamaria, IV C
Michele
Tolosa, IV C
GIORNO 4
Ci
siamo: è arrivato l'ultimo giorno e con un po' di malinconia ci
prepariamo, facendo le valigie, nelle quali riponiamo non solo tutti
i nostri acquisti, ma anche i nostri ricordi. Dopo aver lasciato le
nostre stanze, ci dirigiamo subito verso il museo del Bargello, dove
alcuni di noi hanno dato prova di ciò che si è studiato durante il
trimestre con il professor Troiani. Nonostante i tempi ristretti
abbiamo avuto occasione di soffermarci sulle opere più
rappresentative, come per esempio le formelle quadrilobate realizzate
da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, il David di Donatello in
marmo e in bronzo e quello realizzato da Verrocchio. Particolarmente
interessante è stato il mezzobusto di Bruto, scolpito da
Michelangelo.
Al
termine della visita i professori ci hanno concesso del tempo libero
per poter acquistare souvenir e gustare cibo tipico. Alle 12:30 siamo
tornati in hotel e abbiamo trasportato i nostri bagagli sul pullman
che ci ha portati a casa. Certamente la nostalgia è tanta, ma questi
giorni trascorsi insieme, all'insegna dell'arte, sono stati
importanti, sia a livello culturale che umano, poiché abbiamo
imparato a vivere insieme, accettando i pregi e i difetti di
ciascuno.
Questi
quattro giorni rimarranno nei nostri ricordi per sempre e sicuramente
in futuro ricorderemo quest'esperienza con un sorriso e, perché no,
anche con un leggero languorino!
Antonella
Zupo, I V C
Virginia
Zupa, IV B
Fotografie di Mariarosaria Fortunato, IV B
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