LE LEGGI DELLE DODICI TAVOLE
Le tavole
originali andarono perdute nel saccheggio di Roma da parte dei Galli
Senoni di
Brenno nel
390
a.C. Le
leggi dovevano coprire l'intero campo del diritto (diritto sacro,
pubblico, penale, privato), compreso il processo. Tra l'altro, vi si prevedeva una
sanzione speciale per i casi di lesione patrimoniale, come il furtum e
i pauperies (danneggiamento derivante da comportamenti animali su
persone diverse dai proprietari).
Qui di
seguito parafrasati alcuni esempi:
·per
colui che brucia una casa e fa morire nelle fiamme i suoi occupanti,
la pena era di risarcire il danno; se no, era castigato con una pena
più lieve.
·Subiva
la pena incendiale chi appiccava un incendio all'interno delle mura
della città, mentre veniva applicata una pena più lieve a chi
appiccava un incendio a una casa. Bisognava valutare se la volontà
del soggetto era dolosa (l'autore veniva legato, fustigato e messo a
morte con il fuoco) o colposa
(l'autore
veniva condannato a risarcire il danno arrecato: noxiam sarcire).
·Caso
costituito dal pascolo e dal danneggiamento notturni: si aveva quando
veniva usato per pascolo il fondo altrui, danneggiandone i frutti. Il
colpevole veniva condannato, se adulto (pubere),
alla pena di morte attraverso l'impiccagione e sacrificato alla dea
Cerere (dea
della Fertilità dei campi); se non adulto (impubere),
al risarcimento del danno.
Si tratta
ovviamente di forme giuridiche alquanto primitive, come si nota dal
fatto che vi trovi ancora spazio la legge del taglione. Infatti nella
Tavola VIII riguardante gli illeciti, si dice:
Si
membrum rupsit, ni cum eo pacit, talio esto; “Se una
persona mutila un'altra e non raggiunge un accordo con essa, valga la
legge del taglione”. Tuttavia, inizia così la plurimillenaria vicenda dell'importantissimo Diritto romano, irrinunciabile ai fini della comprensione delle basi del diritto di molte nazioni occidentali, ancora fondamentale argomento di studio nel settore giuridico (non a caso, alla Facoltà di Giurisprudenza sono previsti esami di Istituzioni di Diritto romano, Storia del Diritto romano, Diritto romano).
Nelle Tuscolanae Disputationes Cicerone vantava quale peculiarità e fonte di grandezza del popolo romano proprio le sue leggi: "rem … publicam nostri maiores certe melioribus temperaverunt et institutis et legibus". E lo stesso Virgilio vi fa implicitamente riferimento nel celebre passo del VI libro dell'Eneide:
"Excudent alii spirantia mollius aera
lo credo, e vivi dal marmo saprai trarre i volti,
diranno meglio le cause, le strade del cielo
misureranno a sestante, il sorger degli astri sapranno:
tu ricorda, o Romano, di governare le genti:
questa sarà l’arte tua, e dar costumanza di pace,
usar clemenza a chi cede, ma sgominare i superbi".
Nelle Tuscolanae Disputationes Cicerone vantava quale peculiarità e fonte di grandezza del popolo romano proprio le sue leggi: "rem … publicam nostri maiores certe melioribus temperaverunt et institutis et legibus". E lo stesso Virgilio vi fa implicitamente riferimento nel celebre passo del VI libro dell'Eneide:
"Excudent alii spirantia mollius aera
(credo equidem), vivos ducent de marmore vultus,
orabunt causas melius, caelique meatus
describent radio et surgentia sidera dicent:
tu regere imperio populos, Romane, memento
(hae tibi erunt artes), pacisque imponere morem,
parcere subiectis et debellare superbos."
"Forgeran con più arte spiranti bronzi altri popoli,lo credo, e vivi dal marmo saprai trarre i volti,
diranno meglio le cause, le strade del cielo
misureranno a sestante, il sorger degli astri sapranno:
tu ricorda, o Romano, di governare le genti:
questa sarà l’arte tua, e dar costumanza di pace,
usar clemenza a chi cede, ma sgominare i superbi".
Francesco Dipierro,
Roberta Cardascia,
III B
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