MOREA ALL'OPERETTA: LA VEDOVA ALLEGRA
All’ambasciata del Pontevedro a
Parigi, c’è grande fermento. Sta arrivando la Signora Anna
Glavari, giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte.
L’ambasciatore, il Barone Zeta, ha ricevuto l’incarico di trovare
un marito pontevedrino alla vedova per conservare i milioni di dote
della signora in patria.
Infatti, se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina. Njegus, cancelliere dell’ambasciata, è un po’ troppo pasticcione, ma c’è il conte Danilo che potrebbe andare benissimo. Njegus e Zeta tentano di convincerlo, ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Anna c’era stata una storia d’amore finita male a causa della famiglia di Danilo. Da parte sua, la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per farlo ingelosire. Frattanto si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane moglie di Zeta, e Camillo de Rossillon, un diplomatico francese. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne, sostituendola con Anna. La vedova sorpresa con Camillo! Tutti sono sconvolti, Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso, ma Njegus, vero deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Anna e Danilo il loro reciproco amore. La patria è salva. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più “La vedova allegra”, ma la felice consorte del conte Danilo Danilowitch.
Infatti, se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina. Njegus, cancelliere dell’ambasciata, è un po’ troppo pasticcione, ma c’è il conte Danilo che potrebbe andare benissimo. Njegus e Zeta tentano di convincerlo, ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Anna c’era stata una storia d’amore finita male a causa della famiglia di Danilo. Da parte sua, la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per farlo ingelosire. Frattanto si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane moglie di Zeta, e Camillo de Rossillon, un diplomatico francese. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne, sostituendola con Anna. La vedova sorpresa con Camillo! Tutti sono sconvolti, Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso, ma Njegus, vero deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Anna e Danilo il loro reciproco amore. La patria è salva. D’ora in poi la signora Glavari non sarà più “La vedova allegra”, ma la felice consorte del conte Danilo Danilowitch.
C’è un mondo, in cui tutti sono baroni, o almeno visconti; in
cui scorre lo champagne e i locali notturni sono pieni di donnine
allegre, i mariti vedono solo le corna altrui, non le proprie. Un
mondo in cui ci si veste in frack e si balla il valzer, la
politica si fa alle feste da ballo, i bilanci statali si salvano
sposando le belle ereditiere. Questa operetta, la più
rappresentata fra tutte, è il simbolo rappresentante la “silver
age”, imbattuto cavallo di battaglia tra i due secoli . La
“belle époque” ha rivissuto la sua agonia e ha ritrovato
nella gioia di vivere l'illusione di rinascita, anche se di pura
finzione.
L'operetta di Franz Lehar è stata
rappresentata al teatro Petruzzelli il giorno 13 Dicembre 2016.
Nonostante la storia sia ambientata nel Novecento, la scenografia è caratterizzata da elementi digitali: è messo in risalto che anche
nella società contemporanea la gente sia legata ai beni materiali.
Infatti l'operetta, ambientata negli anni 20, è molto influenzata
dell'idealismo dei primi del Novecento dove, appunto ci si concentra
sulle cose superficiali e non importanti e dove la “belle époque”
ha portato consolazione a tutti i ceti sociali per indurli a dimenticare
l'avvento della guerra. I costumi sono molti particolari e
caratteristici e riconducevano al periodo storico rappresentato. Le
musiche, i tavolini, la gran quantità di donne e l'enorme scritta
luminosa “Maxim” (il locale dove i funzionari politici trovavano
un po' di svago) ricordano vagamente gli scenari del Moulin Rouge,
a cui la storia fa chiaramente riferimento. La scena che ci ha
colpito di più è stata quella dell'entrata della vedova Anna
Glavari nella quale, per sottolineare la sua ricchezza, lei fuoriesce da un'enorme cassaforte.
Lo spettacolo è stato interessante e
coinvolgente e abbiamo apprezzato l'alternanza tra
lirica, recitazione e danza. I cantanti, ottimi professionisti, sono
riusciti a trasmetterci in ogni scena (che essa fosse drammatica,
allegra, divertente o triste) con chiarezza il messaggio che essa
voleva trasferirci. Anche i
ballerini erano giovani e preparati, anche se il balletto can-can, ci
ha lasciati un po' insoddisfatti. Le musiche erano tutte molto belle, in particolare il valzer, d'altronde molto famoso, ed è stato
affascinante vedere il conte Danilo e la vedova Anna ballarlo con
passione.
Possiamo, quindi, affermare con certezza la buona riuscita dello spettacolo, che ha incrementato ancor di
più in noi la voglia di continuare a partecipare alle iniziative
del Teatro Petruzzelli anche nella stagione 2017 al fine di prender
parte a balletti classici, opere liriche e spettacoli di altro
genere.
Claudia Editori,
Marilù Mestola,
Simona Positano,
I A
Claudia Editori,
Marilù Mestola,
Simona Positano,
I A
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