PONTI TRA PASSATO E FUTURO: "DE PONTIBUS INTER PRAETERITA ET FUTURA"




Ritorna il bollettino scientifico in latino di gennaio, a cura di alcuni studenti di IV C, Chiara Abbatepaolo, Ivan Innamorato, Emanuele Ostuni, Sara Santamaria, Michele Tolosa, Federica Zaccaria, Antonella Zupo. 
Ispirato all'intramontabile, bellissimo mito di Pigmalione, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, ha richiesto un lavoro ben più esteso di quel che fosse ragionevole tradurre e trascrivere sul manifesto per ragioni di spazio. 
Secondo noi, la ricerca originale merita di essere pubblicata per esteso qui di seguito, in lingua italiana.



Il mito di Pigmalione è giunto a noi grazie alle Metamorfosi di Ovidio. L’autore, riprendendo il mito tramandato dai greci, racconta la storia di Pigmalione, re di Cipro e bravissimo scultore. Grazie alla sua abilità, riesce a realizzare una statua d’avorio di una figura femminile tanto realistica da sembrare viva. La statua rappresenta l’ideale muliebre di Pigmalione, che così inizia a riempirla di regali, a dormirci accanto. Il nome che dà alla statua è Galatea. In occasione della festa in onore di Afrodite, dea protettrice dell’isola, l’uomo si reca al tempio della dea, dove prega affinché gli sia concessa “una donna simile a quella d’avorio”. Afrodite, comprendendo il reale significato delle sue parole, decide di accontentarlo. Tornato a casa, Pigmalione non trova la statua, ma una donna che lentamente iniziava ad animarsi, respirare e aprire gli occhi. Afrodite presenzia al matrimonio dei due, dal quale dopo nove mesi nasce Pafo, che fonda sull’isola l’omonima città e dove vi costruisce un tempio in onore di Afrodite. Il successo del mito di Pigmalione non si ferma al mondo greco-romano, ma attraversa i secoli del medioevo e dell’età moderna fino a giungere ai nostri giorni. Lungo questo percorso, il mito attira, tra gli altri, l’attenzione di un famosissimo drammaturgo inglese vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, George Bernard Shaw. Ispirandosi al racconto di Ovidio, Shaw racconta di una scommessa fatta tra il professor Higgins e il colonnello Pickering: riuscire a trasformare Eliza, una popolana, in una donna colta e raffinata. Elisa inizia così a studiare nella casa di Higgins, dove impara oltre alle buone maniere anche dizione, grammatica e sintassi. Tuttavia questa sua “metamorfosi” provoca anche un cambiamento nel suo modo di essere. Ad un certo punto Eliza, stanca di essere trattata come una mera "cavia linguistica", decide di lasciare la casa del professore e di sposare il giovane aristocratico Freddy Eynsford-Hill, che la amava teneramente. Higgins reagisce con gioia, ritenendo ancora una volta il suo esperimento un successo. Solo in seguito si rende conto di quanto Eliza gli manchi. La commedia di Shaw, nata per il teatro, è diventata in seguito un film musicale, "My Fair Lady", di G. Cukor, con la deliziosa Audrey Hepburn.


Oggi, grazie alla scienza e alla tecnica, il mito di Pigmalione assume una nuova forma, quella del robot: il grafico Ricky Ma di Hong Kong è riuscito a realizzare un robot umanoide a grandezza naturale, con capelli biondi, occhi scuri, pelle in silicone. Il robot somiglia molto all’attrice Scarlett Johansson, sa fare l’occhiolino, riesce a riprodurre molte espressione facciali e a compiere movimenti semplici con braccia e gambe. Inoltre, al complimento “Sei bellissima”, inizia a sorridere e risponde: “Eheh, grazie!”. E ancora, questa volta in Giappone, il dottor Le Trung, che non ha mai avuto il tempo di trovar moglie, ha deciso di costruirsi da solo la donna perfetta: è alta 1,52 m e conosce il giapponese e l’inglese. Può aiutare i bambini nei compiti di matematica, leggere i giornali, distinguere le medicine. Per concludere, riportiamo il caso di Chen Xiaoping, che ha creato a Londra Jia Jia, un robot che assomiglia in maniera impressionante ad una vera ragazza cinese, tanto che è stata definita da molti “dea robot”. E’ capace di muovere le labbra, parlare e flettere la testa. Per ora fa ottime previsioni del tempo, ma in futuro diventerà una cyber lavoratrice cinese. Tuttavia a questo punto sorge spontaneo chiedersi: at istae pupae mechanicae erunt verae uxores? Qui erunt earum animi motus coram aliis mulieribus? Et poteruntne se "rumpere"? Profecto semper iuvenes se servabunt. Et fortasse in futuro nascetur parvus "robotinus"!

Michele Tolosa, IV C

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