E CHECCO…NVERSANO!

ANCHE IL MOREA TRA I LUOGHI DEL CUORE DI ZALONE?

ZALONE AL MOREA
Foto della prof.ssa M. E. Giannuzzi

Pardon, oggi, io, prof. del Morea, mi prenderò un po’ di spazio qui sul blog d’Istituto, luogo virtuale dichiaratamente di e per gli studenti, ma lo farò in qualità di ex studentessa.
Mi serve spazio per riflessioni, ricordi, ringraziamenti.
È possibile, dico, e’ possibile, che Luca Medici, capursese, in arte Checco Zalone, abbia voluto ricordare in “Quo vado?”, il suo ultimo film che sta furoreggiando ai botteghini proprio in questi giorni, una gioventù da studente conversanese (si è diplomato presso il Liceo scientifico Sante Simone), con le passeggiate in Largo di Corte, i gelati al Caffè dell’Incontro in Piazza XX Settembre, la piazza del Comune, il basolato in pietra calcarea delle strade…
Nel film e’ anche degnamente inquadrato un fiabesco Castello Marchione, illuminato dalle torce e cinto da una calda notte d’estate. Ovunque tanto, tanto sole, quello leggero e spensierato delle nostre estati.
Ma, soprattutto, c’è la nostra scuola, il Morea, ben riconoscibile dal rosa salmone delle sue mura esterne, dai suoi enormi portoni di legno, dalla biblioteca centenaria inquadrata proprio nelle prime scene, dagli infiniti corridoi, alti quanto le navate di una cattedrale, più larghi di molte strade di paese: i corridoi dei nostri indimenticabili intervalli.
Ci consentite di dichiararcene orgogliosi e, si’, unici in un’Italia che si sganascia e sghignazza (a buon diritto, peraltro), anche un po’ commossi? V’è qualcosa che intenerisce in questo omaggio ai ricordi dell’adolescenza, condivisibile fino in fondo solo da chi ha studiato a Conversano e, dentro di sé, ha quasi rinnegato il borgo natale in nome del luogo d’elezione, della città del cuore.
Conversano è tutto questo, almeno per me che scrivo e, forse, devo credere, anche per il nostro conterraneo campione d’incassi: regista, attore, musicista, sceneggiatore, imitatore. Bravo. Bravo nel saper fare, certo più di tanti intellettuali critici o criticoni.
Si puo’ non condividere, si puo’ discutere (c’è/non c’è?) l’ideologia “renzusconiana” sottesa a questo ed al suo precedente film, “Sole a catinelle”, pero’… pero’ anche Aristofane era profondamente “politico”, in senso etimologico. Plauto faceva ridere tutti, ma proprio tutti, uomini e donne, vecchi e bambini, intellettuali e non, nobili e plebei, liberi e schiavi, e il suo scopo principale era far ridere. E anche Terenzio parlava di “educazione”…
Si licet parva componere magnis, si licet antiqua componere prasentibus.
Checco, non voglio discutere di comicita’ e grandezza: mihi heri et tibi hodie et cras. Ma, come ex studentessa ed attuale docente del Morea, penso di doverti almeno un grazie per aver scelto la nostra scuola quale uno dei simboli di Conversano, insieme ai due Castelli e al Palazzo del Comune.
Grazie a Checco Zalone, tutta l’Italia ci guarda e ci conosce.
Luisa Brattico

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