I CODICI DA VINCI


LEONARDO I
Filosofia, meccanica e… liste della spesa?
Chi non ha sentito parlare almeno una volta di Leonardo da Vinci? Il “genio” che incarna l’ideale di uomo dell’Umanesimo, conoscitore di tutte le scienze, dalla pittura alla meccanica alla filosofia. E molti, di sicuro, hanno anche spesso sentito parlare dei suoi misteriosi codici, contenenti informazioni sul suo pensiero in ogni ambito del sapere: appunti di vario genere, schizzi, informazioni e addirittura numerosi progetti per la costruzione di macchine. Codici che hanno ispirato anche il best-seller “Il codice da Vinci” di Dan Brown: un thriller in cui si ipotizza che nelle pagine pergamenate dei codici leonardeschi si nasconda un terribile segreto.

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Nei codici Leonardo  utilizza una scrittura speculare, da destra a sinistra, forse per nascondere i segreti contenutivi, o, più probabilmente, perché, essendo mancino, gli risultava più facile. A noi moderni l’ardua impresa di leggerli nel riflesso di uno specchio.

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Non tutti gli appunti ci sono pervenuti: gli studiosi pensano, infatti, che dalle 60.000 alle 100.000 pagine siano andate perdute. Tra i più importanti,. il Codice Atlantico, quello sul Volo degli Uccelli, il Leicester, e i codici Foster.

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Senza dubbio, il più importante è il Codex Atlanticus, in cui Leonardo tratta svariati argomenti: dall’architettura alla musica, dall’anatomia alla cucina, dalla matematica al volo degli uccelli, dalla filosofia alla raccolta di favole. Questo fornisce molte informazioni sull’autore, ma ha lasciato dietro di sé anche moltissime domande. Ci chiediamo (senza avere risposta) se Leonardo fosse vegetariano, o se le sue macchine volanti potessero effettivamente volare, o se la pubblicazione di questi durante la vita di Leonardo avrebbe potuto dare l’impulso ad un più rapido progresso tecnologico. Il  codice, una sorta di diario che copre oltre quarant’anni, non solo non era mai stato concepito come un’opera unitaria dall’autore, ma non era nemmeno destinato alla pubblicazione: per Leonardo questo era una specie di quaderno di studi ed appunti, come si può notare dalla presenza di più argomenti su di una stessa pagina.

LEONARDO V

Nell’opera troviamo schizzi di strumenti musicali, come un tamburo che suona da solo attraverso un meccanismo automatico, progetti di macchine da volo (poi sviluppati nel “Codice sul volo degli uccelli”), di macchine da guerra, ma anche semplici liste della spesa, anche per banchetti tenutisi nella corte in cui viveva, ricerche e comparazioni tra i prezzi di diverso cibo in tutta Italia e persino la descrizione della cucina perfetta!

LEONARDO VI

I bozzetti progettuali – realizzati da Leonardo nel XVI secolo per uso personale -divennero poi importantissimi per i secoli successivi: il cannone a vapore, ad esempio, venne poi costruito per la prima volta due secoli dopo, durante la guerra di secessione americana; il suo ponte a due piani è in molti aspetti simile ai nostri ponti moderni.

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Molto interessante, anche se composto  da soli 17 fogli, è il  “Codice sul volo degli uccelli”, che rappresenta “il più importante studio sul volo realizzato fino al XIX secolo” (cit.). Che sorpresa scoprire che Leonardo analizza la fisionomia e il volo degli uccelli, la resistenza dell’aria e le correnti, per poi utilizzarli per creare addirittura una macchina volante per gli umani! La macchina in grado di far volare gli umani è uno dei più importanti progetti di Leonardo da Vinci, a cui egli lavorò per anni: ancor oggi si ricorda l’aneddoto del tentativo fallito sulla collina di Montececeri a Fiesole (tentò di utilizzarle la collina come “trampolino di lancio” per la sua macchina).

LEONARDO VIII

L’idea originale dell’autore era un trattato sul volo diviso in quattro volumi, come si può notare dall’ordine degli appunti, ma non riuscì mai a terminarlo. Nonostante ciò, tra gli svariati appunti, troviamo anche il progetto della macchina volante più evoluta inventata da Leonardo, chiamata “Il Grande Nibbio” poiché ispirata all’omonimo uccello, la cui tecnica di volo egli aveva studiato.

LEONARDO IX

Intorno al 1970, è stato notato il ritratto di un giovane, nascosto tra la “selva” di appunti sul volo: alcuni studiosi, tra cui Piero Angela, hanno ipotizzato che si trattasse di un autoritratto di Leonardo da giovane, il quale sarebbe primo nel suo genere. La questione, tuttavia, è ancora aperta.

LEONARDO X

I codici Forster sono un gruppo di cinque quadernetti rilegati in tre volumi che trattano argomenti di diverso genere: idraulica, meccanica, etc.

LEONARDO XI

Il terzo volume è il più vario: ci sono schizzi per statue, tra cui la gamba di un cavallo per una statua richiesta dagli Sforza, appunti di idraulica, geometria, disegni di cappelli ed abiti, forse per un ballo, e uno studio del cranio umano.
Probabilmente, questo quadernetto era una sorta di taccuino, utilizzato per appunti di tutti i giorni: infatti, diverse fonti attestano che Leonardo lo portasse sempre con sé. È un’opera importante, poiché ci mostra come funzionasse la mente di Leonardo. Quando leggiamo questi piccoli appunti scritti di getto, è come se ascoltassimo la voce di Leonardo da un registratore, poiché sono pensieri brevi, spesso non coordinati e senza filtro. Essi testimoniano la varietà di temi a cui l’autore si è interessato durante la sua vita.
Dai codici di Leonardo, emerge la figura di un intellettuale sui generis e dal sapere enciclopedico: un homo sanza lettere (così amava definirsi ironicamente. in risposta a coloro che lo accusavano di non avere una solida cultura umanistica), la cui cultura spaziava dall’economia domestica all’ingegneria!

MARIA ELISABETTA SCAGLIUSI, III C

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