L’AMORE AI TEMPI DEL MOREA
E ancora amore, argomento caro anche ai giovani moreani, specialmente all’approssimarsi della primavera. Attraverso una lirica di Cesare Pavese, un saggio breve ed alcune sue poesie, Lele Ostuni ci mostra alcune sfumature del sentimento più universale e poetico di tutti, quelle che tingono di rosso intenso la passione disperata. Chi non ha mai amato almeno una volta senza speranza? Se lo chiede anche il nostro Emanuele.
Ringrazio, ancora una volta la sua prof.ssa d’Italiano, Marilisa Giannuzzi, per la segnalazione.

SI PUO’ AMARE DA MORIRE, MA MORIRE D’AMORE NO?
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
(C. Pavese)
Si può morire d’amore? La sofferenza e il dolore devono necessariamente essere parte dell’amare? Davvero tutti hanno provato o proveranno che cosa significhi morire d’amore? Sì, si può morire d’amore, e non è difficile comprendere come e perché. E questo, nonostante il sentimento presenti mille colori, mille sfaccettature, mille significati.
C’è infatti chi muore d’amore quando soffre e si annulla per una storia d’amore e chi quando vive con continua tragicità il sentimento. Così come il poeta Pavese viveva tragicamente l’amore, scorgendo negli occhi dell’amata addirittura la Morte, descrivendo una condizione che tanti innamorati respinti ben potrebbero comprendere: amare infelicemente può portare al desiderio di annullarsi, di scendere in un gorgo di oscurità e silenzio.
Morire d’amore, dunque, non è solo un modo di dire. Anzi. Una equipe di ricercatori statunitensi ha dimostrato scientificamente che per amore si muore sul serio e non solo metaforicamente: al di là dei suicidi degli amanti delusi, lo stress causato dalle pene sentimentali può causare problemi cardiaci (si veda il caso di una donna di 44 anni ricoverata al Massachussets General Hospital per infarto al miocardio: problemi di cuore, in senso metaforico e concreto).
Ma si è sempre morti d’amore? Se si rivolgesse uno sguardo al passato, si potrebbe dire che anche allora “si moriva d’amore”? Certamente sì. Chiedete a qualcuno un esempio di grande storia d’amore: che siano Ero e Leandro, o Romeo e Giulietta, o Tristano e Isotta, o Lancillotto e Ginevra, le più celebri coppie di amanti sono state protagoniste di tragedie. Perché per i grandi amori sembra che l’unica conclusione degna sia la morte. L’idea di amore doloroso e fatale è, quindi, ben presente anche nel passato. Forse perché tutti gli uomini e le donne hanno vissuto sulla loro pelle che cosa voglia dire amare con tutta l’anima, con tutto il corpo, con tutto il cuore: tutti, una volta o l’altra, sono “morti” un po’ per amore!

Qualcuno potrebbe sentirsi immortale, potrebbe sostenere che d’amore non si muore, no? Potrebbe dire di stare bene dopo la fine di una relazione amorosa, di non patire alcun dolore. Ma no… Non è possibile che si non soffra emotivamente almeno per un istante dopo un allontanamento sentimentale. Ciò avrebbe una sola spiegazione, ovvero la mancata presenza del sentimento nel rapporto stesso. E allora sarebbe diverso, poiché non si parlerebbe ovviamente di amore. Chi ha provato il vero amore, sa che è inevitabile soffrire. Solo chi non ha mai amato, non ha mai sofferto.
Non dovremmo amare, dunque?
Siamo uomini, non fatti “a viver come bruti”… E che cosa ci rende diversi dalle bestie? Proprio l’amore, proprio la passione, proprio il sentimento. E, dunque, chiunque sia uomo, in quanto tale, deve amare. E morire d’amore è una grossa conseguenza, impossibile da evitare (a meno che non si finga di amare). Se infatti è vero che tutti dobbiamo morire, allora è altrettanto vero che tutti possiamo morire d’amore.

Addio
Saluto profondo,
confessione d’amore perduta.
Notte
La notte avanza:
lenta, serpeggia,
tra fragili sogni
di candide anime.
La notte è viaggio
nel buio del mondo,
pensando ad amori
perduti, svaniti.
Solitudine è notte:
persi viaggiatori incauti
nel torbido mare
delle emozioni.
Infinita è la notte,
che sembra abbattere
turbati viaggiatori
nel mare del tutto.
Ma morte non giunge,
la luce s’accende:
è la potenza del sole
a vivere adesso.
Trionfa splendente
su un trono imponente,
rallegra le anime
dei turbati viaggiatori.
Fiore
Un fiore:
colorato, vive sull’umida terra,
unico, dona sorrisi d’amore.
Amore perduto
La donna danzò
nella mente
del povero innamorato
dell’irraggiungibile.
Amare
Amare è punizione divina.
Come si ama profondamente,
si ama la morte.
Vito Emanuele Ostuni, III C
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