L’AMORE AI TEMPI DEL MOREA

Wish you where here

MARINELLI I

Ieri come oggi,  l’uomo ha sempre sentito e sente l’instancabile necessità dell’amore, la necessità di costruire rapporti. Si tratta di bisogno fisiologico, primario che riesce a superare, spesso, distanze e soffocanti assenze.
Ma come è possibile costruire amori che siano privi di un contatto concreto e diretto con la persona che si ama? “L’assenza è una più acuta presenza. Vale per la voce, per l’udito. Vale per le persone che c’erano e non ci sono più. Vale per noi che non smettiamo un momento di cercare ciò che non c’è. Di desiderare quello che manca”. Per Concita De Gregorio l’assenza sarebbe, dunque, una particolare forza negativa sui generis, che tormenterebbe la nostra mente ogni istante attraverso la sua costante presenza. Una assenza, quella della persona amata, che ci istiga a ricercare e fare nostro ciò che non possiamo possedere: e dunque anche  amori lontani e persi…  E quindi non sarebbe vera la massima “lontano dagli occhi lontano dal cuore”.

concita-de-gregorio

Un amore a distanza può, senza dubbio, mantenersi vivo grazie alla comunicazione, alle reti sociali,alle svariate possibilità concesse dalla tecnologia, ma…  il delicato e tiepido contatto corpo a corpo, il dolce sapore di un bacio, rimarranno, in questi casi,  solo sublimi e irraggiungibili desideri.
Ed invece l’amore, quello vero,  è fatto d’istanti, di momenti concreti e reali e poi di ricordi. I ricordi più belli, quelli che mantengono vivono l’amore, non sono virtuali, ma nascono da esperienze concrete, nascono dagli occhi, come sostiene Iacopo da Lentini in “Amore è un(o) desio”, e rafforzano e intensificano il rapporto di coppia, facendo di esso un legame indissolubile.

JACOPO DA LENTINI

Eppure il tema dell’amore impossibile perché distante, un amore che genera mancanza,insoddisfazione e brama della persona, è ampiamente attestato: un esempio, tra tanti, lontani e vicini, anche nella canzone “Wish you were here” dei Pink Floyd, “Vorrei che fossi qui” , in cui si sottolinea l’impossibilità di sopportare l’assenza di chi si ama.

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D’altro canto, qualcuno potrebbe obiettare che l’amore è un sentimento tanto intenso e forte da essere in grado di sorpassare il limite della distanza. E che gli amori più grandi siano quelli a distanza. “Non scoraggiatevi. Scoprirete che l’amore più puro, più vero è proprio questo, perché, quando un amore così nasce, inizia un’avventura straordinaria… Chi si ama da lontano lo sa, sa che, se anche volesse, non potrebbe smettere, perché non conta quanto sia lunga la distanza: un cuore trova sempre il modo di arrivare all’altro” (dal web).  Chi si ama da lontano, pur nella consapevolezza della mancanza del contatto sensoriale, potrebbe ritenersi fortunato per il dono ricevuto: perché l’amore a distanza  sarebbe un sentimento eccezionale, in grado di superare gli ostacoli e i chilometri, attraverso parole, sogni e pensieri. Come quelli di cui una donna innamorata colma le lettere all’amato nel film “Le pagine della nostra vita”, ispirato al romanzo di Nicholas Sparks. Un “amore epistolare”, che si tiene in vita e si alimenta attraverso la passione delle parole. E dovrebbe renderci felici? Ci dovrebbe bastare sentirci amati “a distanza”?
Eppure…
Fermiamoci un attimo. La tristezza non è generalmente dovuta a qualcosa o qualcuno che si allontana da noi e dalla nostra vita? E, al contrario, la gioia e la soddisfazione non sono dovute alla presenza di qualcosa o qualcuno?  Ed allora chi preferirebbe mai un messaggio o una semplice chiamata ad una stretta di mano? Ad un abbraccio che incastra due anime bramose di congiungersi? Chi potrebbe ritenere qualcosa che non c’è (e genera tristezza) a qualcosa che c’è?

MARINELLI II

Dalle nostre mani fioriscono carezze, dalle nostre labbra sicurezze: il corpo umano è il tassello di un puzzle che necessita di unirsi ad un altro. Una unione che, senza dubbio, non può essere virtuale.
Mirea Marinelli, III B

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