SUDESTIVAL AL MOREA – Smetto quando voglio, di S. Sibilia

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SMETTO QUANDO VOGLIO I
Al Morea non ci si annoia mai!
Venerdì 5 Febbraio, gli studenti del prestigioso liceo conversanese hanno ripreso a frequentare le “lezioni di cinema”, attività resa possibile grazie alla rassegna Sudestival-Sguardi di Cinema, che da oltre quindici anni è una vetrina del cinema d’autore pugliese e attribuisce, grazie alla votazione del pubblico in sala, premi di eccellenza ai film italiani.
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Il film protagonista della lezione per i liceali conversanesi e per un folto gruppo di studenti della scuola media Carelli-Forlani, aspiranti liceali, è stato “Smetto quando voglio”, opera prima “stupefacente” di Sydney Sibilia. In sala la dott.ssa Claudia Contento, laureata in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo (curriculum spettacolo) nel 2011 e diplomata in Produzione Cinematografica al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, che ha “guidato” la visione, commentando il film e sollecitando riflessioni e domande.
SUDESTIVAL I
La commedia è incentrata sulla vita di un ricercatore precario, Pietro Zinni (Edoardo Leo), il cui contratto non viene rinnovato. Approfittando del vuoto legislativo sulle droghe di nuova sintesi, egli raccoglie intorno a sé una banda di altri ex ricercatori ridotti ai margini della società, per avviare un business che, rapidamente accantonate le remore etiche, li fa clamorosamente svoltare: tutti per uno, uno per tutti, le dotte competenze in macroeconomia, neurobiologia, antropologia, archeologia li porteranno ad elaborare la smart drug migliore sul mercato. Tra risate e situazioni surreali e paradossali che coinvolgono i nostri “antieroi”, si arriva al finale, con l’aggiunta di qualche pennellata di film e serie tv gangster all’americana, che lascia presagire un sequel.
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Notevole l’interpretazione degli attori, volti più o meno noti: oltre a Edoardo Leo, da Valerio Aprea a Paolo Calabresi, da Libero De Rienzo a Stefano Fresi, da Lorenzo Lavia a Pietro Sermoni e Sergio Solli, con Valeria Solarino per la quota rosa e Neri Marcorè in un cammeo.
Acceso il dibattito che ha seguito la visione. Gli studenti hanno analizzato le analogie tra il film e serie tv come Breaking Bad The Bing Bang Theory, e, guidati dalla dott.ssa Contento, hanno apprezzato la fotografia fluo e acida, quasi psichedelica, e la sceneggiatura “circolare” e veloce. Numerosi gli interventi: c’è chi pensa che il film rispecchi la situazione di precarietà dei ricercatori italiani, chi ritiene che esasperi la realtà… Sebastiano Coletta, V A, si è posto un problema di tipo etico: è giusto, per riscattarsi da una vita di precarietà, ricorrere al crimine? E come mai in Italia ricercatori affrontano situazioni di precarietà? Perché proprio in Italia è così vivo e sentito il problema della “fuga di cervelli”, delle menti brillanti che, inoccupate o sottoccupate in patria, si trasferiscono all’estero, dove il loro talento è apprezzato e messo a frutto? E, poiché il film ha come oggetto la situazione italiana, immancabile il riferimento al “fenomeno Zalone”… Ancora una volta la sala si divide: un film deve essere solo un momento di svago, oppure i film devono far riflettere? Per alcuni, un film è valido solo se è “educativo”, se suscita domande e riflessioni, per altri, me compresa, è importante anche che un film diverta, che ci regali una sana risata e ci consenta di immergerci nello schermo e, come dice la dott.ssa Contento, “sparire” per un po’ ed essere catapultati in un altro mondo. Chi può dire quale sia la cosa più giusta? Forse una delfica via di mezzo…
SUDESTIVAL II
Tutti d’accordo, però, sul fatto che Sydney Sibilia abbia fatto un lavoro strepitoso (nonostante un budget limitato) e che le domande e il dibattito intorno al film ci abbia ispirati. Al punto che, nonostante il tempo fosse finito e molti dovessero prendere i mezzi per tornare a casa, parecchi si sono fermati a chiacchierare con la dottoressa e a porle le ultime domande, raccogliendone i preziosi consigli.
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E concludo  con le parole che essa ha rivolto ad alcuni studenti, che vorrebbero fare della passione per il cinema un lavoro, come Davide Capobianco di IV A: “Credete in quello che fate, impegnatevi, leggete, studiate, appassionatevi a qualcosa e formate la vostra persona e le vostre idee. Non accontentatevi di esser bravi, cercate di essere i migliori, di porvi degli obiettivi ambiziosi e di andar sempre un po’ più in là… Perché il cinema è cultura, è vita, è pensiero, ma anche piacere e svago, allo stesso tempo”.
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Annabella Volza, III B.

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