UN EROICO ALUNNO DEL “MOREA” NELLA BUFERA DELLA GRANDE GUERRA

Il giorno 17 marzo gli studenti delle classi IV e V del Liceo classico “D. Morea” di Conversano hanno seguito, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile, la presentazione del libro del prof. Emanuele Messeni, intitolato “Anche a Pove c’erano gli ulivi”. L’incontro è stato curato ed organizzato dalle docenti di Storia e Filosofia, prof.sse Pavone, Gentile e Mastrorosa. Ecco alcune riflessioni di due degli studenti presenti: Annarita Di Palma e Sebastiano Coletta di V A.

Il grande scrittore americano Ernest Hemingway, volontario della Croce Rossa sul fronte italiano nel 1918 e, molti anni dopo, nel 1954, premio Nobel per la letteratura, scrisse: «Gli italiani in battaglia sprecavano un’enorme quantità di soldati». Questa affermazione fu forse ispirata dalla battaglia del Grappa, l’ultima a cui lo scrittore americano assistette prima di essere rimpatriato per ferite di guerra. In quella battaglia trovò eroicamente la morte Domenico Messeni, giovanissimo ufficiale del IX reparto d’assalto “Arditi”. Domenico era nato in un’agiata famiglia rutiglianese nel 1898 ed era ospite del Collegio annesso al Liceo – Ginnasio “D. Morea”, quando rispose prontamente e generosamente alla chiamata alle armi nel gennaio del 1918, infervorato dalla retorica patriottica e interventista di marca dannunziana, condivisa da mons. Donato Forlani, rettore del Collegio. Inviato al fronte dopo un approssimativo addestramento, Domenico viene ferito gravemente già nella battaglia dei Tre Monti a fine gennaio e decorato con medaglia d’argento dal re in persona. Ancora convalescente, rientra volontariamente in reparto all’insaputa della famiglia e viene mortalmente ferito nella battaglia del Grappa il 25 ottobre del 1918 e nuovamente decorato con medaglia d’argento. Il suo battaglione fu consapevolmente mandato a morire dallo Stato Maggiore dell’esercito agli ordini del generale Diaz: l’assalto dal basso ad una postazione austriaca posta più in alto non poteva che risolversi in una carneficina. È credibile che il giovane ufficiale Domenico Messeni nutrisse un tale fanatico amor di patria da non curarsi affatto della propria vita e ignorasse la sprezzante arroganza e l’assoluta imperizia strategica con cui gli alti comandi trattavano i loro soldati e ufficiali, decorandoli moribondi o dopo morti con parole pervase di nauseante retorica? A questa domanda tenta di dare una risposta il prof. Emanuele Messeni, nipote di Domenico, autore dell’accurato e documentatissimo libro storico-biografico Anche a Pove c’erano gli ulivi, Edizioni del Sud, Bari 2015. Il libro trae il titolo dalla località di Pove del Grappa, dove Domenico raggiunge il suo reparto, dopo le dimissioni volontarie dall’ospedale di Triggiano, ancora convalescente per le ferite nella battaglia dei Tre Monti. Un sortilegio del destino: Domenico muore poco dopo la battaglia del Grappa vicino ad una località che gli ricordava molto il paesaggio della natia Rutigliano. Nella mattinata del 17 marzo il prof. Messeni ha spiegato agli alunni delle classi quarte e quinte del Liceo Classico, che affollavano la biblioteca del Seminario Diocesano, le motivazioni di fondo del suo libro, anche rispondendo molto cordialmente alle domande dei presenti: “Noi abbiamo il dovere di capire i motivi che spinsero tanti giovani, come Domenico Messeni, a vivere con totale dedizione un così feroce rito di passaggio all’età adulta: evidentemente erano convinti che la guerra fosse una grande avventura e un grande evento rigeneratore”. L’incontro col prof. Messeni, fortemente voluto dal Dirigente Scolastico e dai docenti di storia e filosofia, è stato altamente formativo: anche oggi molti giovani subiscono il fascino della guerra e credono per questa via di fare la storia e di cambiare il mondo. Il libro e la conferenza del prof. Messeni ci hanno aiutato a conoscere l’orrore della guerra e a comprendere l’importanza di superare anguste visioni nazionalistiche, convivendo pacificamente anche con popoli di diversa etnia.

Sebastiano Coletta, V A
Annarita Di Palma, V A
Commenti
Posta un commento