TESTIMONIANZE DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE. PARTE II: POLIGNANO.

DOMENICO VARIALE: UNA STORIA D'AMORE IN ERITREA

Domenico Variale, mio nonno, nato il 16/02/1917 a Bari, fu arruolato nella Marina Militare Italiana il 15/09/1937 all’età di soli venti anni. 
Nel 1940 l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale. La “Niobe” era l’unica nave cisterna impiegata per la fornitura di nafta ed era dislocata a Massaua, il solo porto eritreo affidato alla Marina Militare Italiana.
Tra il 1940 e il 1941 la Niobe, era inattiva nel porto di Massaua durante un bombardamento da parte degli Inglesi. La nave fu colpita, con diverse perdite militari. Domenico Variale, fuochista, era in salvo a terra e proseguì i combattimenti insieme ad altri commilitoni.



Nel 1941 Massaua fu sconfitta, la “Niobe” fu affondata, i militari si arresero e furono catturati e deportati in un campo di prigionia. Il periodo di prigionia del nostro Domenico andò dal 09/04/41 fino al 10/05/46. Quei cinque anni furono difficilissimi per mio nonno: tutti soffrivano tantissimo, e gli inglesi concedevano in pasto ai prigionieri solo i propri avanzi. La mancanza di sostentamento e la perdita di peso li portava a contrarre diversi virus e malattie: tenia, malaria ecc.


Molti morivano: Domenico perse molti amici, diventati oramai fratelli per lui. Erano costretti a lavori duri e a sopportare temperature di circa 40° C di giorno e pochi gradi di notte. All’interno del campo Domenico entrò nelle simpatie di un cuoco inglese, il quale, quando possibile, gli somministrava pasti caldi. Durante gli anni di prigionia, si innamorò di una donna eritrea di nome Zaitù. Una notte, Variale  sentì rumori sospetti e urla. Anche se stanco e distrutto dal lavoro svolto, si svegliò e vide nella tenda accanto alla sua un militare italiano, il quale stava abusando della povera ragazza. Dopo una lunga colluttazione, Domenico, riuscì a metterla in salvo: da allora tra loro nacque una memorabile storia amore che si concluse bruscamente in seguito al rientro in patria di Domenico e delle truppe italiane nel gennaio 1945, quando fu firmato l’armistizio da Badoglio. Nonostante il distacco avvenuto a seguito del rimpatrio, Domenico conserva un bel ricordo di quella storia d’amore; infatti, ancora oggi gli si illuminano gli occhi quando ripensa a Zaitù.


Al rientro a Bari, fu difficile riadattarsi alla quotidianità, dopo quello che aveva vissuto negli anni di prigionia. Fisicamente debilitato, mentalmente provato, perse l’udito a causa dei numerosi traumi bellici.
Dopo la morte di sua madre, decise di ritirarsi dalla Marina, poiché quel lavoro lo obbligava a stare fuori casa per molto tempo. Pertanto, decise di intraprendere la carriera di meccanico e aprì un’officina.


Ritornando a frequentare vecchie amicizie e i luoghi in cui era cresciuto, nel 1947 conobbe una nuova compagna di nome Lucrezia, con cui, dopo appena tre anni di fidanzamento, si sposò ed ebbe tre figli.
Adesso ha 101 anni.



Martina Variale, II C





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