I FIGLI DI CONVERSANO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE


Mentre tanti conversanesi risultavano dispersi o deceduti, la nostra città subiva le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale anche con la requisizione delle abitazioni private per gli sfollati e i profughi, l’occupazione degli immobili pubblici dalle truppe alleate, le restrizioni della libertà di circolazione in seguito alle disposizioni relative al coprifuoco...
Ecco una serie di documenti autentici, che attestano i disagi determinati dalla guerra.

3 dicembre 1942
Il prefetto ordina: i proprietari di immobili vuoti o comunque abitabili, siano essi situati in città o nelle campagne dovranno, non oltre il giorno 15 corrente, denunziare al Sindacato Fascista Proprietari Fabbricati, se ubicati nel territorio del Capoluogo o al podestà della Provincia, negli altri casi, per ciascun immobile disponibile:
- la via, piazza o contrada e numero civico
- il numero dei vani disponibili
- gli effetti mobili, compresi i letterecci, ivi contenuti.
 Ogni e qualsiasi trasgressione o evasione alla presente ordinanza sarà punita con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a £ 2.000. 
...
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16 dicembre 1942

Il Podestà invita i proprietari e detentori di case a denunziare nel termine di giorni cinque, all'Ufficio di Segreteria, il numero degli appartamenti e dei vani concessi agli sfollandi o sfollati, con le generalità complete dei medesimi e l’indicazione del Comune di loro provenienza.

F.to il Podestà 

prof. Donato Arienzo
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29 maggio 1944
COMUNE DI CONVERSANO
AVVISO
E’ rigorosamente vietato di toccare e specialmente danneggiare i fili telefonici esistenti in questo territorio e particolarmente sulla zona occupata dalle truppe alleate. I colpevoli saranno puniti a norma di legge, per i minorenni saranno ritenuti responsabili i rispettivi genitori.
...
F.to il Commissario prefettizio 
Cav. Suglia – Passeri Avv. Domenico
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La caduta del Fascismo e l’armistizio italiano
Il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia, conquistandola poco per volta, mentre la resistenza delle truppe italo-tedesche si attestava nella parte occidentale e a Catania.
Il malcontento popolare nei confronti del fascismo si fece sempre più aperto in attesa dell’invasione delle truppe alleate nel resto dell’Italia.
Il 25 luglio 1943 il re Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini, confinandolo prima sull’isola La Maddalena e poi sui monti dell’Abruzzo. Così, dopo 20 anni, cadde il regime fascista.
Il 3 settembre a Cassibile venne firmato un armistizio, reso pubblico l’8 settembre, che pose fine alla guerra tra l’Italia e le le potenze alleate.
Hitler, insospettito da questi accordi di Badoglio con gli inglesi e gli americani, fece disarmare i reparti italiani da 18 divisioni tedesche. In pochi giorni l’Italia centrale e settentrionale si trovò sotto il controllo tedesco.
Francesco Pascale di Michele e Caterina Campanella, dottore in legge, tenente artiglieria, nato a Bari il 23 febbraio 1916, deceduto il 22 settembre 1943, a 27 anni, sull’isola Greca di Cefalonia, “sulla strada del Lardigò,… in seguito fucilato dai Tedeschi in prigionia è stato sepolto a…

Giovanni Nino Pascale di Michele e Caterina Campanella, studente tenente pilota, nato a Conversano il 2 novembre 1918, deceduto il 3 giugno 1943 a 25 anni a Cinisello Balsamo in provincia di Milano durante un'incursione aerea.


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Certificato militare d’idoneità intestato al soldato Mario La Volpe nato il 02.07.1913 a Conversano, portafogli di pelle, una limetta per unghie, 5 lamette per barba, 2 tesserini militari, varie fotografie, 3 calendarietti, autorizzazione militare, orologio metallo con catena appartenenti al militare La Volpe Mario, con preghiera di consegnarli alla di lui famiglia…
La resistenza italiana
Dopo l’8 settembre 1943, Hitler liberò Mussolini, che proclamò la Repubblica del nuovo governo fascista, si nominò capo e pose la sede a Salò, sul lago di Garda. Il re e Badoglio si erano già rifugiati a Bari.
L’Italia settentrionale restò sotto il dominio dei Tedeschi e dell’alleata Repubblica di Salò. L’Italia meridionale era governata da Badoglio, che aveva dichiarato guerra alla Germania.
Le scarse truppe italiane, affiancate da quelle anglo-americane al comando del generale Eisenhower, avanzarono verso il settentrione.
A nord oltre ai bombardamenti e alla carestia, i Tedeschi e i Fascisti avviarono una spietata repressione contro il “movimento partigiano”, costituitosi in seguito al disfacimento dell’esercito regio, in aperta contestazione del dominio tedesco e fascista..
L’armata partigiana, dalle montagne, effettuava spedizioni clandestine a valle e nelle città contro i Tedeschi a rischio anche della vita.
Un partigiano e patriota fu Peppino Lorusso nato a Conversano il 25 aprile 1923, di Luigi e Maria Fanizzi, studente universitario, fucilato a Thiene dai nazisti il 27 aprile 1945, due giorni dopo la fine della guerra, per attività partigiana.
Lettere inviate al padre il 14 agosto 1944 e alla madre il 27 agosto 1944 e descrizione dell’uccisione nella relazione tenuta il 19 febbraio 2006 nel 60° Anniversario della morte.
Lettera al padre 14 agosto 1944
Mio carissimo papà, questo dovrebbe essere il mio testamento spirituale, ma non ne sono capace. Ho ripudiato, come facesti tu parecchi anni or sono, il fascismo, il maledetto fascismo, apportatore di tante disgrazie e, sicuro di incontrare la tua approvazione, ho disertato l’aeronautica repubblicana per darmi ai partigiani, a quelli della Montagna, i veri patrioti italiani. Come per mamma, così è stato per te. Ti ho sempre pensato, mi sono ricordato delle tue pratiche, e ho pianto amaramente per non averti dato ascolto e per aver fatto di testa mia. Ti raccomando di consolare mamma e di lenire la sua sofferenza. E rassegnati anche tu!
Ti bacio con affetto.
Tuo figlio Peppino

Thiene 27 agosto 1944
Mamma mia carissima, ho il presentimento che non potrò rivederti e perciò affido alla ragazza a cui voglio bene e alla quale avresti voluto bene anche tu, questa lettera che, senz’altro, sarà l’ultima per te da parte mia. Voglio sperare che Claudia, anche se non si ricorderà di me, ricorderà almeno di farti pervenire questa mia, alla quale unisco la mia fotografia perché non l’ho data e non la darò ad alcun altro. Aggiungo anche una ciocca dei miei capelli. Mi hanno detto che si conservano solo i capelli dei morti. Io sono sicuro di non dover più tornare a casa, e perciò te li mando. Quando tu avrai ricevuto questa mia io non ci sarò più. Ti vorrei dire tante cose, ma tu sai quello che vorrei dirti e credo sia inutile continuare. Non piangere, pensa che era destino che dovesse andare così. Benedicimi sempre e non serbare rancore per la mia Claudia: io le voglio troppo bene! Mi prometti di farlo? Sono sicuro di sì, perché ti conosco troppo bene, baciami e abbracciami tanto per me, papà, Antonio, Nino, Teresa, Angelina, Tina, Totò ed Ignazio. A te un abbraccio forte forte, con tanti baci.
Tuo Peppino

Il 27 aprile 1945 Peppino Lorusso e i partigiani della zona decidono di condurre un’ultima azione di sabotaggio contro una postazione di tedeschi, ormai in via di smobilitazione. L’azione sembra riuscire pienamente, quando all’improvviso un reparto di SS interviene col fuoco e gli italiani, sopraffatti, si pongono in ritirata. Peppino, se pur colpito ad una gamba, riesce a mettersi in salvo, ma ad un certo punto si accorge della mancanza di Mario Novelli di Trani, che l’aveva seguito nell’impresa, e così decide di tornare indietro. Trova l’amico gravemente ferito, se lo carica sulle spalle e si mette in cerca di un rifugio. Una camionetta di SS, però, lo intercetta in un lampo e lo costringe sotto il tiro delle armi a proseguire a piedi verso il centro del paese. Giunti colà, i nazisti decidono di passare alle armi tutti i prigionieri e così, messi al muro, Peppino e il suo compagni vengono fucilati alla schiena. Il giorno dopo Thiene viene liberata e le salme degli uccisi sono recuperate dalla fossa comune e vegliate con onore in chiesa.
24 gennaio 1948
Il Sig. Luigi Lorusso, costì residente in via Mucedola, 10 ha chiesto quali pratiche deve svolgere per la traslazione da Thiene a Conversano della salma del proprio figlio Giuseppe, partigiano fucilato dai tedeschi…


Giornali e libri propagandistici
Questo è uno dei primi numeri del giornale "Giustizia e Libertà".




Quaderni propagandistici venivano spesso lanciati dagli aerei.

Queste sono tutte edizioni di giornali clandestini contro il fascismo.

L'Avanti è uno dei giornali socialisti per eccellenza.
Movimento Federalista Europeo (M.F.E.), di Alfiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Si leggono solo le loro iniziali, perché, ovviamente, essendo pericoloso star all'opposizione, le iniziali servivano a celare l'identità dei pubblicisti.

Questo è un foglio di una lettera del partigiano brindisino Giuseppe Patruno.

Manifesto che circolava dopo la liberazione dell’Italia dal Fascismo.

Lettere dei militari indirizzate alle famiglie

Lettera indirizzata al signor Angelo Coletta via Fiume, 6 Conversano, Bari
"Carissimi genitori con molto piacere vi scrivo questa cartolina per farvi sapere le mie buone. Per i primi giorni della settimana ventura trovatevi alla stazione del paese che io arrivo accompagnato e finalmente è arrivato il beato giorno del congedo assoluto, tralascio perché presto ci rivedremo".
Asti, 12 giugno 1943

14 agosto 1942
"Carissima mamma ti scrivo questa lettera per farvi sapere che sto bene e così spero di sentire anche di voi e tutti di famiglia. Dunque cara mamma come va che non posso rievere una lettera da voi che tutto il battaglione hanno ricevuto la posta solo io sono così sfortunato, mi faresti stare così male, in pensiero tutti i santi giorni.
Dunque cara mamma voi dovete scrivere per via aerea così arrivano presto. Il mio compagno è stato per ricevere la posta dall’Italia 5 giorni e io vi ho fatto tante lettere e non posso ricevere niente da voi. Dunque mi fareste tanto piacere di scrivere aereo sempre che così arrivano presto e non si perde la posta. Vedi che questa lettera ve la faccio io per via aerea. A me ci vuole il francobollo da una lira e se scrivete voi ci vuole da 75 centesimi, dunque fatemi questo piacere di scrivermi presto e ve lo ripeto a dirvi mandatemi un po’ di carta per scrivere che non posso scrivere più che non se ne trova qui e mandatemi anche i francobolli pure che così arriva presto che se no ci vuole come minimo un mese. Dunque non pensate a noi che stiamo molto bene si mangia molto e si sta molto bene, poi vi faccio sapere che siamo aggregati al genio e andiamo a lavorare in mezzo alla strada e stiamo molto bene, dunque non pensare a me. Scrivete presto non ho altro da dire. Saluti a tutti di famiglia e a te mamma ricevi mille baci dal tuo figlio Viesti, saluti alla cara sorella e ai bambini".



La fine della guerra
L’esercito alleato anglo-americano, nel risalire la penisola italica, conquistò man mano le varie regioni.
Il 4 giugno 1944 fu liberata Roma e occupate l’Umbria, la Toscana e gli Appennini, dove i Tedeschi avevano la linea difensiva, la cosiddetta “linea gotica”. Intanto, il 6 giugno, l’esercito anglo-americano sbarcò in Normandia, sconfisse i tedeschi e liberò Parigi.
Poco dopo, i russi effettuarono un'offensiva sino alla Vistola e, a sud, verso la Romania. Il 25 aprile 1945 gli anglo-americani attaccarono i tedeschi sulla linea gotica mentre le formazioni partigiane occuparono e liberarono Milano, Torino, Genova, Venezia.
Il 7 maggio 1945 furono firmati i preliminari della resa. Era la fine della Seconda Guerra Mondiale. La Germania fu divisa in quattro zone, occupate da inglesi, americani, francesi e russi.
Il 6 agosto 1945 a Hiroshima gli aviatori americani lanciarono la prima bomba atomica, che devastò la zona e sterminò la popolazione giapponese, costringendo l'imperatore alla resa.
31 agosto 1946 - Croce Rossa Italiana – Ufficio Prigionieri Ricerche e Servizi Connessi – Roma – al sindaco di Conversano Luigi Guglielmi, comunicazione decesso del militare Francesco Boccuzzi il giorno 4 aprile 1943 al campo 29/5 in Russia per malattia.
31 agosto 1947

MARCO CARONE,
GIANLUIGI SORRESSA, II C



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