SGUARDI SU NOICATTARO

Sabato 9 febbraio, il semiologo Pino Donghi, vecchia conoscenza del Libroscopio, ha moderato una triplice conferenza, che ha visto succedersi tre interventi d’eccezione sul tema “Sguardi sulla città. Prospettive di riattivazione cittadina”, molto interessante in un paese come Noicattaro, ben consapevole del fatto che la sua grande bellezza debba essere come riaccesa e riscoperta.
Ci ricorda che si parla da tempo della necessità di introdurre finalmente, in maniera più decisa, il verde nelle nostre città e, a tal proposito, il dottor Piero Pelizzaro ha incentrato il suo intervento su questa tematica, proprio per stimolare la coscienza delle persone, poiché il verde deve riappropriarsi degli spazi pubblici, che dalle nostre parti sono purtroppo occupati prevalentemente dalle auto.
Gli spazi verdi sono fondamentali anche per quei processi definiti di INCLUSIONE. Con questo si intende che piazze, parchi, giardini e via dicendo, sono punti di aggregazione, quindi di inclusione di persone, che vengono da essi come invitate a  “familiarizzare”, ad entrare in un contesto sociale. Questo, ovviamente, faciliterebbe l’integrazione, soprattutto se consideriamo l’attuale problematica dell’inserimento nella nostra società degli extracomunitari. Quindi il messaggio che il dottor Pellizzaro ha inteso lanciare non è solo strettamente associato ad un problema ecologico, bensì, in una visione più ampia, al rispetto del benessere sia dell’ambiente che delle stesse persone, in un più vasto contesto pubblico.
La dottoressa Letizia Carrera ha affrontato, invece, un altro  problema, quello della DISGREGAZIONE DELLA COMUNITA’, che si caratterizza come mancanza di fiducia e di interesse nei confronti delle altre persone. Tale atteggiamento determina quello che viene definito "blocco dell’azione collettiva", la cui conseguenza determina un atteggiamento di individualismo/egoismo o, per meglio dire, di indifferenza nei confronti sia delle persone che dell’ambiente. L’indifferenza, di conseguenza, si contrappone a qualsiasi sforzo o intenzione, volti a determinare un miglioramento dell’ambiente, solo perché si è convinti che l’impegno di una sola persona sia superfluo e che sia inutile farsi carico del peso dell'azione stessa. La dottoressa, quindi, ribadisce il concetto che, per dare origine ad una comunità attiva, vitale e funzionale, è necessario creare una sinergia delle forze/intenzioni da parte delle persone. Per creare tale sinergia, occorre sia esercitare un lavoro politico molto forte sul territorio, sia ottemperare al bisogno di fondi utili a portare a termine i progetti che vengono sempre “momentaneamente” messi da parte.
La dottoressa conclude con un consiglio: quando camminiamo per le strade di una periferia o anche del centro di una città, facciamolo con uno SGUARDO POLITICO, cioè con uno sguardo critico verso l’ambiente.
Infine, il dottor Ottavio Marzocca ha ragionato con noi in merito al rapporto originario tra la FILOSOFIA e la CITTÀ, facendo riferimento alla polis greca. Il dottore evidenzia che la filosofia ha trovato le condizioni favorevoli per affermarsi, come forma nuova di pensiero libero, proprio in città. Quindi, la città rappresenta l’ambiente ideale per il confronto tra liberi cittadini, ovvero il LUOGO principe DELLA PARTECIPAZIONE POLITICA.
Il dott. Marzocca ci ha, poi, illustrato l’idea di CITTA’ che ci hanno tramandato tre fra i principali filosofi greci: Socrate, Platone e Diogene.
Socrate, divulgava il suo pensiero filosofico per strada e, quindi, considerava la città come luogo fondamentale per praticare quella che il filosofo definiva la ‘virtù civica’. Socrate invitava i cittadini a non farsi travolgere dalle proprie ambizioni ed interessi privati e, quindi, a partecipazione alla vita di città, intesa anche in senso politico. Questa visione tra filosofia e città ha subito modificazioni nel tempo. Ad esempio, Platone che provava un aristocratico ed intellettuale senso di superiorità e disprezzo verso i cittadini. L’ultimo filosofo a cui fa riferimento il dottore è Diogene, soprannominato ‘Il cinico’. Quest’ultimo tornò a praticare filosofia per strada. 
La polis è stato, quindi, il luogo per antonomasia della pratica della cittadinanza attiva e della partecipazione politica ma, con il passare del tempo, la città ha perso progressivamente questo suo essere spazio pubblico della cittadinanza praticata attivamente, così come il suo essere mondo comune, un mondo condiviso da comuni cittadini e filosofi. 
Occorre andare in quella direzione per recuperare lo spazio ed il tempo perduti.

ALESSANDRA BUONOMO, I B LC 


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